lunedì 12 febbraio 2018

Recensione "L'insostenibile leggerezza dell'Essere" di Milan Kundera

Buongiorno, Readers! Oggi nuova recensione! Stavolta si tratta di un libro veramente particolare che, in questo periodo un po' pesante, è riuscito a distrarmi e a coinvolgermi veramente tanto. E' un libro che stimola la riflessione ma, allo stesso tempo, si legge con naturalezza, e forse sta proprio qui la sua straordinaria capacità comunicativa. Volete sapere cosa ne penso? Non vi resta che leggere!



"Il suo romanzo ci dimostra come nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza sfuggono a questa condanna: le qualità con cui è scritto il romanzo, che appartengono a un altro universo da quello del vivere." Italo Calvino


RECENSIONE

Einmal ist Keinmal: ciò che si verifica una volta sola, è come se non fosse accaduto mai. E' su questo proverbio tedesco che tutta la vicenda dell'Insostenibile leggerezza dell'essere prende forma. Si tratta del paradosso vitale che Kundera descrive perfettamente: la vita, esistita solo una volta soltanto, e con essa le scelte di cui è composta, è irrilevante, leggera. Ma, d'altro canto, ognuno di noi contrasta, anche inconsciamente, questa leggerezza del vivere, perché necessitiamo di darvi un senso, un significato. Vogliamo lasciare la nostra impronta - seppur piccola - su della sabbia assalita costantemente da onde.

Con questo gli voleva dire: voglio che tu sia debole, che tu sia debole come me.

Il romanzo è ambientato a Praga, verso la fine degli anni ‘60, proprio durante il periodo rocambolesco (“La primavera di Praga”) che precedette l’invasione da parte dell’Unione Sovietica. Nonostante queste premesse potrebbero inizialmente farci pensare ad un romanzo storico, si tratta, in realtà, di tutt’altro. Questa è la storia di quattro persone - Tomáš, un chirurgo, Tereza, una fotografa, Sabina, una pittrice, e Franz, un professore universitario -  e del susseguirsi delle loro vite, intrecciate tra loro, per caso e per necessità, guidate dal sottile filo misterioso dell’Amore. L’insostenibile leggerezza dell’Essere è, prima ancora di essere un romanzo che narra di comunismo e della vita politico/sociale in un contesto storico, un romanzo filosofico sull’Esistenza, l’“Essere”, e sull’Amore come mezzo per darle un significato. 

È un amore disinteressato: Tereza non vuole nulla da Karenin. Non vuole nemmeno l'amore. Non si è mai posta quelle domande che torturano le coppie umane: mi ama? Ha mai amato qualcuna più di me? Mi ama più di quanto lo ami io? Forse tutte queste domande rivolte all'amore, che lo misurano, lo indagano, lo esaminano, lo sottopongono a interrogatorio, riescono anche a distruggerlo sul nascere. Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogiamo qualcosa (l'amore) dell'altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.

La vera potenza comunicativa non risiede nelle vicende, nei colpi di scena o in qualsiasi altro momento di pathos, bensì nel significato stesso delle vite dei personaggi, nei loro pensieri, e nella filosofia che trasuda dalla penna di Kundera.
La libertà, così come l’amore, nel romanzo trova posto in più contesti, quali quelli politico, sociale e amoroso. Secondo l’autore, è proprio nella libertà che risiede il significato vitale che tanto ci affanniamo a cercare. Es muss sein significa Deve Essere, ed è proprio questa assoluta necessità del trovare un senso alla vita che rende inestimabile la vita stessa, secondo Kundera. L’Essere è leggero ma allo stesso tempo insostenibile, perché abbiamo l’assoluto bisogno di trovarvi qualcosa di pesante, di significativo, per poterci sentire completi. E se questo non accade, come nella maggioranza dei casi, è nella libertà individuale che possiamo ritentare, sperando, questa volta, di farcela.

Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo. Ma nella poesia d'amore di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell'uomo. Il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l'immagine del più intenso compimento vitale. Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica. Al contrario, l'assenza assoluta di un fardello fa si che l'uomo diventi più leggero dell'aria, prenda il volo verso l'alto, si allontani dalla terra, dall'essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La pesantezza o la leggerezza?

Per me questo romanzo è un 10|10, del tutto meritato. E' un must imperdibile della letteratura. Se l'avete letto, fatemi sapere cosa ne pensate! Presto tante nuove rubriche e nuove recensioni!






Nessun commento:

Posta un commento

Dimmi cosa ne pensi!