giovedì 5 maggio 2016

INTERVISTA ad Alessia D'Oria, Autrice di "L'ultimo Bacio".

Buondì, cari lettori! Oggi questo blog ospiterà la dolcissima e bravissima autrice Alessia D'Oria, scrittrice di "L'ultimo Bacio-In qualsiasi modo e a qualsiasi costo". Lei risponderà ad alcune domande riguardanti il suo bellissimo romanzo(di cui ho fatto la recensione nel mio ultimo post) e a tante altre
curiosità! Pronti, partenza, via....


A TU PER TU CON ALESSIA D'ORIA

1) Ciao Alessia, e grazie mille per avermi dato l'opportunità di farti queste domande! Partiamo...Come è nata l' idea di scrivere l'Ultimo Bacio? Cosa ti ha dato l'ispirazione?
Ciao Giulia, e grazie a te! L’idea di scrivere un romanzo è nata per puro caso. Era un periodo in cui, probabilmente, ero alla disperata ricerca di qualcosa che mi facesse sentire utile, attiva, viva. Qualcosa che mi appassionasse, che mi regalasse nuove e sconosciute sensazioni, che mi distraesse da un periodo turbolento della mia vita. E così è stato: era come se trovassi nella scrittura parte di me, era come se mi alienassi dalla realtà per fuggire in un’altra dimensione.
Per quanto riguarda l’ispirazione, beh, è andata più o meno così: avevo già cominciato a stendere un romanzo sempre del genere Young Adult, ma non mi ci ritrovavo. Era il solito YA in cui c’è la ragazza piena di problemi e il ragazzaccio ribelle, e sinceramente ero stanca dei soliti cliché e non volevo ripetermi con la solita storia e con i soliti personaggi stereotipati. Una sera di dicembre di due anni fa diedero in TV una miniserie di Romeo e Giulietta, in cui i due grandi personaggi erano interpretati da Martin Rivas e Alessandra Mastronardi. Erano state apportate alcune modifiche all’opera originale, modifiche che però non stravolgevano l’essenza della tragedia. L’ultima puntata, ovviamente, nonostante tutto il mondo sappia e conosca il tragico destino che spetta ai personaggi, finii con il ritrovarmi in lacrime. Da lì ebbi un imput: cosa sarebbe successo se i due protagonisti avessero vissuto in un’era completamente diversa? Chiaro è - e ci tengo vivamente a specificarlo – che il mio non è nessun tentativo di una rivisitazione della tragedia in chiave moderna: capolavori del genere sono intoccabili, soprattutto da ragazze giovani e principianti come me. Il mio è stato solo un esperimento.

2) Cos'hai provato mentre lo scrivevi? Sentivi già che sarebbe diventato un piccolo gioiellino?
Ho provato quello che cercavo: tante emozioni. E no, non avrei mai immaginato che la cosa potesse evolversi in un progetto concreto. E’ stata la casuale materializzazione di un sogno, motivo per cui ancora non riesco a credere che Vincenzo e Angela siano entrati nel cuore di molte persone.

3) Parliamo dei personaggi: Angela e Vincenzo. Hanno entrambi caratteri molto diversi, e una visione delle cose. Eppure, nel momento in cui si incontrano, scoprono di essere fatti l'uno per l'altra. In tre parole, come descriveresti il protagonista Vincenzo? E in altre tre parole, come descriveresti Angela?
Sono due personaggi così delineati e introspettivi che faccio fatica a trovare tre semplici aggettivi per descriverne uno, ma più o meno sarebbero questi:
Vincenzo: succube, irascibile, innamorato pazzo.
Angela: nobile, coraggiosa, forte.

4) Ciro e Chiara. Vincenzo e Angela. È un parallelismo? In effetti sì: la storia di Ciro e Chiara dovrebbe dissuadere Vincenzo ed Angela, ma in realtà è l’esatto contrario. Angela decide di lottare fino in fondo per Vincenzo anche per vendicare Chiara, a cui non è stata concessa la stessa possibilità.

5) Se dovessi scegliere un volto per Angela e Vincenzo, quali sceglieresti?
Assolutamente Nina Dobrev ed Ian Somerhalder, entrambi con una decina d’anni in meno però, con dei lineamenti meno marcati e dei corpi meno perfetti.

6) La mafia nel tuo libro viene raccontata 'nuda e cruda'. Perché hai scelto come "ostacolo" all'amore tra i due protagonisti proprio essa?
La mafia è uno dei temi principali della storia, ma fondamentalmente è un tema che ho trattato in modo molto marginale, ponendo l’accento solo sui rapporti interpersonali di chi ne fa parte, e non andando fino in fondo, andando così a parlare di argomenti troppo forti di cui non ho le necessarie conoscenze. E’ una realtà vera, che inizialmente potrebbe apparire romanzata e forse un po’ lo è, ma di faide camorristiche e di matrimoni combinati o riparatori se ne sente parlare ancora oggi. Ho deciso di scegliere la mafia come ostacolo perché volevo che l’impedimento di questi due ragazzi fosse reale. Qualcosa di concreto, che andasse oltre al dramma adolescenziale o infantile che ritroviamo in ogni romanzo YA. Molte autrici fanno in modo che il passato dei personaggi ostacoli la loro relazione, ma alle volte è un collegamento così forzato che spesso cade nell’inverosimile, o peggio, nel ridicolo. Io volevo proporre un ostacolo vero, davvero pericoloso, che potesse dividere drasticamente gli innamorati. E dal momento che il mio è un esperimento attraverso cui vedere come si comporterebbero Romeo e Giulietta oggi, mi sembrava che la rivalità tra due clan per ottenere il monopolio del comando camorristico fosse di quanto più vicino alla lotta tra Montecchi e Capuleti.

7) Qual è il tuo libro preferito?
Non ho un colore preferito, un cantante preferito, uno scrittore preferito e nemmeno un libro preferito. Quelli che però mi sono entrati indissolubilmente nel cuore sono: “Il cavaliere d’inverno” di Paullina Simons, “L’ultima canzone” di Nicholas Sparks e “Io prima di te” di Jojo Moyes.

 8) Leggere e scrivere. Preferisci l'uno all'altro, oppure ami entrambe le cose?
 Non sono in grado di scegliere tra le due, le amo entrambe ed entrambe riempiono le  mie giornate, e in genere la mia vita.

9) Dimmi tre cose che, secondo te, non possono assolutamente mancare in un romanzo.
Passione, intesa non in senso erotico, ma una passione viscerale, come un bisogno primordiale e un istinto primitivo. Contesto e ambientazione, per me sono fondamentali: voglio conoscere tutti i luoghi e tutte le persone a cui i protagonisti sono affezionati. E poi ovviamente, bei personaggi. Quelli maschili sono quasi sempre fantastici, sui femminili bisogna lavorarci di più, perché trovo sempre due estremi: o la fanciulla da salvare, senza spina dorsale e senza dignità, oppure la solita isterica nevrotica che non si lascia amare o che non ama per motivi inesistenti.

10) Ultima domanda..Qual è la tua scena preferita, quella che hai amato di più scrivere, del tuo romanzo?
Credo quella finale, e ovviamente non dirò il perché altrimenti ricadrei nello spoiler. Ma anche raccontare del primo incontro è stato emozionante, anche se forse tornassi indietro lo curerei un po’ di più, conformando meglio i dialoghi ai personaggi e al contesto. Quindi forse lo renderei meno “surreale”, ma conserverei il forte impatto tra i due protagonisti, anche se ancora sconosciuti.

Grazie, Alessia, per aver risposto ai miei quesiti, scoprire tutto ciò che sta dietro la realizzazione del tuo romanzo è stato magnifico! Un bacione :)
Grazie mille a te, Giulia!

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