sabato 15 luglio 2017

Recensione "Il Giardiniere" di Natasha Preston

I'm back! Buongiorno Readers! Come state? Come procedono le vostre vacanze estive? Come promesso, dopo questo piccolo periodo di pausa, sono tornata con taaaante recensioni e una moltitudine di novità! Partiamo subito col botto: un libro letto sullo sdraio di fronte al mare che ho amato. Sto parlando del nuovissimo thriller di Natasha Preston,  che non potete proprio perdervi! Curiosi di leggere la mia recensione entusiasta?


 
VOTO: 9.5/10

A Long Thorpe non succede mai niente, finché la sedicenne Summer Robinson non scompare nel nulla. Né la famiglia né la polizia investigativa riesce a ritrovarla. Summer rimane intrappolata per mesi in una cantina con l’uomo che ha rapito lei e altre tre ragazze, che lui chiama Rose, Poppy e Violet: i suoi delicati, perfetti fiori. La sua famiglia. Peccato che i fiori non possano sopravvivere a lungo lontano dal sole.
RECENSIONE

Se vuoi sopravvivere, devi solo fingere di volergli bene.

 
Summer è una 16enne che abita in una cittadina in cui non succede mai nulla. Non accade mai nulla ma, proprio la sera in cui esce da sola non lasciando la possibilità al suo fidanzato Lewis di offrirle un passaggio, un uomo la rapisce.
Una persona apparentemente normale che la porta nella sua casa, troppo pulita, che profuma di un limone così concentrato da rendere difficile la respirazione.
La lascia in una cantina allestita come una piccola casetta - con tutto ciò che occorre: una cucina, un soggiorno, un bagno, e delle stanze da letto - insieme ad altre 3 ragazze. Rose, rapita ormai da anni, Poppy e Violet, scomparse da mesi, diventano le compagne dell'incubo di Summer.
Una prigionia anticonvenzionale, perché per Clover - l'uomo che le ha rapite - loro rappresentano dei perfetti fiori, e la famiglia meravigliosa che ha sempre desiderato. Il carnefice di questa storia è perfettamente consapevole di ciò che ha fatto; solo, gli dà un altro significato. Per lui non è un crimine l'aver rapito e segregato delle ragazze, non è un peccato, ma tutt'altro: in questo modo può salvarle.
Salvarle da un destino prevedibile, scontato, e sporco, capace di contaminarle e farle diventare delle poco di buono, le stesse donne che lui uccide con meticolosa freddezza, cadendo in una spirale di violenza senza fine.
Grazie al talento dell'autrice e all'alternanza dei punti di vista dei personaggi principali, scopriamo brandelli dell'inquinata infanzia di un uomo che è cresciuto imparando ad odiare le prostitute e il motivo per il quale sente che annientarle sia un contributo per il mondo.  


 

Summer, protagonista della storia, mi è piaciuta molto.  È una ragazza forte, che ha visto scivolare via le cose a cui teneva di più, ma che conserva la speranza e la voglia di fare qualcosa per cambiare la situazione. Le sue compagne, principalmente Rose e Poppy, durante la prigionia riescono a sdoppiare loro stesse continuando a chiamarsi come Lui vuole che si chiamino, mentre Summer no. Lei non accetta di diventare Lily, non riesce a sopportare l'idea di doversi annullare e diventare l'ombra sfocata di ciò che è stata. 

 Uno scricchiolio alla porta della cantina mi fa saltare il cuore in gola e torcere lo stomaco. Sta tornando indietro. Ascolto con attenzione ma non riesco a sentire nient’altro che un lieve cigolio della maniglia. Perché non sento nient’altro? All’improvviso mi manca il respiro. Come se mi avessero dato un pugno nello stomaco. È insonorizzata. Non possiamo sentire nessun rumore di fuori, e cosa più importante: nessuno può sentire che qua dentro c’è qualcuno.
 

Clover, carnefice insospettabile, mi ha ricordato moltissimo Norman Bates di Psycho. Ogni volta che leggevo i capitoli con la sua descrizione nella mia immaginazione era interpretato da Anthony Perkins, il celebre Norman del film Psycho diretto da Hitchcock, ed è incredibile come Natasha Preston sia riuscita, nei capitoli con il suo point of view, a raccontare perfettamente  la sua psicologia e a lasciare indizi sul suo passato che ci avrebbero condotto, poi, al quadro completo. 
 


 
Infine c'è il personaggio di Lewis, il fidanzato di Summer, che nonostante non abbia molta necessità nella narrazione, rimane comunque un bel personaggio che serve ai fini della storia e che è anche protagonista dei flashback di Summer, dei ricordi fondamentali a cui si tiene aggrappata durante la prigionia. 
 
 
Avevo sentito "Andrà tutto bene" troppe volte. Ma quando avrebbe iniziato ad andare bene davvero? Quando lo diceva Lewis, era vero. Quando mi abbracciava, tutto sembrava andare a posto, anche solo per un momento. Avevo bisogno di lui più di ogni altra cosa, e lui non c'era.

 
The Cellar è stata una lettura claustrofobica e compulsiva, per me. Tutto quello che volevo era continuare a leggere, leggere, e leggere, senza mai fermarmi, per riuscire ad ogni pagina a capirne un po' di più e a scoprire le vicende delle personaggi. Nonostante il finale sia stato decisamente scontato - ed è quello che mi impedisce di dargli il massimo dei voti - questo libro è stato l'ennesimo gioiello di Natasha Preston, che è una garanzia nel vero senso della parola. 
Se amate i gialli e i thriller psicologici, specialmente quelli con protagonisti degli psicopatici insospettabili ( alla Ted Bundy, se scaviamo nella realtà) e i libri scritti in modo quasi cinematografico, non potete perdervi questo romanzo! 
Il mio voto è 9.5/10.

E voi, l'avete letto? Cosa ne pensate? E mi raccomando...#StayTuned per sapere le novità librose e le recensioni dei prossimi post!

Un abbraccio e buone vacanze a tutti!

2 commenti:

  1. Oddeo. Mi fa venire i brividi solo la trama. detto questo me lo segno perchè adoro i thriller psicologici di questo tipo XD
    Buone letture

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